venerdì 13 febbraio 2015

Adriana Gloria Marigo


Adriana Gloria Marigo vive tra Padova e Luino. Dopo gli studi universitari in pedagogia, ha insegnato nella scuola primaria. Attualmente cura la presentazione di libri, scrive recensioni, collabora con Polo Psicodinamiche Prato nell’ottica della relazione tra letteratura e psicoanalisi e con alcune riviste di settore online.

Ha pubblicato le sillogi Un biancore lontano - LietoColle, 2009 e L’essenziale curvatura del cielo - La Vita Felice, 2012.

Dal 2012 è tra i poeti invitati all’annuale rassegna FlussidiVersi sulla poesia mitteleuropea che la Regione Veneto promuove nella città di Caorle. Su invito dell’Associazione Scrittori Sloveni nell’aprile 2014 presenta a Lubiana L’essenziale curvatura del cielo e a Capodistria incontra gli studenti della Facoltà di Studi Umanistici dell’Università del Litorale per un dialogo sulla poesia e sul significato di essere poeti.


Predilige la diffusione della poesia in una dimensione multidisciplinare e all’interno di altre espressioni artistiche, quali pittura e fotografia: a giugno 2014 presenta a Castelfranco Veneto il suo lavoro poetico sulle fotografie di viaggio di Imaire De Poli nell’evento “Di Terra e Arte” del Centro di Ricerca Artistica Immaginario Sonoro.

Vi proponiamo oggi quattro poesie, le prime due tratte da Un biancore lontano L’essenziale curvatura del cielo


                              




UN BIANCORE LONTANO



Un biancore lontano di nuvole
regge tutto l’azzurro
profondo allo zenit del giorno
dove la luce che ci ama
ci fa affini
e il lieve passare dell’aria è
lo schiarire dell’ombra
  



*


Giunta da un’era di ghiaccio
e fuoco, distendo le mappe all’occhio
del cifrario incompleto che sfoglio per
l’arcano di una annotazione
- sillabario e sintassi -
cercando la parola che va lontano,
brace senza memoria di cenere.











L'APPARENZA DEL VERO SVAGATO



Non erano le somiglianze tue
a sorprendermi nel tempo stretto
d'ottobre tra veglia e sonno,

era il gesto probatorio con cui
riavvolgevi il canapo delle partenze

il precipitato di sguardo
sulla dorsale per il volo e
l'apparenza del vero svagato.











                                    DI QUESTO SOGNO                                                                                                                                                                                   
                                                                                                       
                                                                              A Francesco M.


Di questo sogno tocco le  sponde mobili
l'acqua che non si fa golfo e
ogni erba declinante il verde

il riverbero dell'ora dentro la
pupilla che sazia il mondo di ogni
tuo modo, semplice o assente.










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