Dal 29 maggio al 28 giugno 2015, le
Gallerie Maspes di Milano (via Manzoni 45) ospitano una nuova mostra dedicata a Giovanni Carnovali detto il Piccio, artista
da sempre controverso nella stima degli studiosi, come si evince anche
dall’ultimo catalogo monografico recentemente pubblicato, ma senza dubbio
considerato tra i maggiori maestri della pittura europea dell’Ottocento.
L’Associazione Culturale “Amici di
G. Carnovali detto il Piccio”, che annovera fra i suoi associati anche il
gallerista Maspes, esprime la sua soddisfazione per questa nuova opportunità di
mettere in risalto la grandezza dell’artista nato a Montegrino (VA) e invita
Soci e simpatizzanti a visitare la mostra di Milano.
Come scrive lo studioso Francesco
Rossi nell’introduzione al catalogo della mostra “… la pittura del Piccio, il suo linguaggio, resiste a tutto e si tratta
di leggerlo, al di fuori di miti o pregiudizi. A questo punto, non vale
perdersi in minute precisazioni, correzioni di dettagli, rivendicazioni di
autenticità, … Quel che occorre è creare un’occasione in cui il pubblico possa
vedere di persona quel che il Piccio ha fatto, ci ha detto, ci ha lasciato…
Questa mostra del Piccio è un invito a guardare, a vedere la “vera” arte del
Piccio, riportando al centro la pittura e null’altro”.
L’esposizione, curata da Francesco
Maspes, si sofferma sulla maturità del Piccio, attraverso una selezione di dodici capolavori, tutti provenienti da
prestigiose collezioni private, alcuni inediti o assenti dal panorama espositivo
da decenni.
Nella presentazione della mostra,
Maspes illustra l’importanza delle opere esposte, che invitano a
indagare le tematiche più
riconoscibili dell’artista, come l’autoritratto, il ritratto, il paesaggio, la
rappresentazione mitologica e la scena religiosa. Il percorso si apre con Paesaggio
con bagnanti (1846), opera un tempo annoverata tra i capolavori della
collezione Finazzi di Bergamo nonché tra i dipinti scelti per rappresentare il
pittore alla mostra internazionale sul Romanticismo tenutasi nel 1959 alla Tate
Gallery di Londra, e continua con la scena religiosa di Rebecca e il servo
d’Abramo (1855 circa), esposta nel 1909 alla storica rassegna della Società
per le Belle Arti ed Esposizione Permanente e mai più presentata al pubblico da
oltre sessant’anni.
I soggetti religiosi cedono il passo
a quelli mitologici, come Selene ed Endimione (1850-55), storia di
origine classica, ma interpretata sulla sua tela con estremo romanticismo.
Segue una versione di Agar nel
deserto (1860-62), di cui si conoscono tre disegni preparatori, variante
della pala d’altare d’Alzano, nota come uno dei suoi dipinti più importanti.
Capolavoro indiscusso è il Ritratto
di Gina Caccia (La collana verde - 1862), “finalmente liberato dall’incuria e degrado del tempo, grazie a un
rispettoso intervento di restauro e conservazione”. Il dipinto, appartenuto
alla collezione della famiglia Jucker è opera tra le più note e rivoluzionarie del
Carnovali, per l’istantaneità della rappresentazione: Gina Caccia, ospite nella
villa dei Tasca viene colta nell’attimo in cui, sportasi dalla soglia della
casa, vede l’arrivo del pittore. La tela appare, per molti versi, precorrere
certi aspetti dell’Impressionismo e si pone come modello per i futuri
Scapigliati, grazie al fondersi nella sua pittura di una nuova percezione del
movimento e della forma.
Fanciulla
dormiente (1863) è un’ opera-documento che
attesta uno dei viaggi a Parigi dell’artista. In questa città, verosimilmente
proprio nell’estate del 1863, visitò la prestigiosa collezione La Caze ed ebbe la possibilità
di copiare e reinterpretare un dipinto, allora attribuito a Fragonard, il cui
soggetto, per impostazione iconografica e natura pittorica, appare
particolarmente affine alla sua poetica.
Inoltre, sono proposti anche i due modernissimi
pendant Il giudizio di Paride e
Arianna consolata da Bacco (1866-68), “squisiti esempi di una resa semplice e monumentale”, seppur in
formato ridotto e un tempo facenti parte dalla collezione Finazzi di Bergamo. Il
percorso si chiude idealmente con la Madonna con il Bambino (1868-69),
già nella celebre collezione Rossello, che riappare in pubblico dopo più di un
secolo e con la Flora della raccolta Stramezzi di Crema eseguita nel
1871, due anni prima della tragica scomparsa dell’artista, avvenuta per
annegamento nel Po”.
Illustra l’esposizione un catalogo
Gallerie Maspes Edizioni, curato da Francesco Luigi Maspes, con un saggio di
Francesco Rossi già direttore della Pinacoteca dell’Accademia Carrara di
Bergamo, e le schede critiche di Pierluigi De Vecchi e Maria Piatto”.
Tra le iniziative collaterali,
presso il Palazzo della Permanente (via F. Turati 34 - Milano) martedì 16
giugno - ore 18.00, si terrà la conferenza Il Piccio tra arte e scienza, in
cui Elisabetta Staudacher, storica dell’arte, Thierry Radelet, diagnosta per i
Beni Culturali, Enrica Boschetti, restauratrice illustreranno il risultato
delle loro ricerche sull’opera del Piccio.
Orari
della mostra da martedì a sabato 10-13; 15-19
- Aperture straordinarie 2 e 28 giugno - Ingresso gratuito.
(Carolina De Vittori - maggio 2015)
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